FESTA DEL CINEMA DI ROMA 19 - Giuseppe Rossi racconta la Titanus
Come nasce il documentario "Titanus 1904"?
Giuseppe Rossi: Il documentario nasce dalla collaborazione tra la Luiss Business School e la Titanus per celebrare i 120 anni di questa storica casa di produzione. C’era il desiderio di creare un’opera che non solo raccontasse la sua lunga storia, ma che ne evidenziasse anche l’impatto culturale e cinematografico attraverso i decenni. Lavorare su un progetto così significativo è stata un'opportunità per rendere omaggio al contributo della Titanus al cinema italiano.
Come hai lavorato e scelto i materiali d'archivio presenti nel film?
Giuseppe Rossi: Abbiamo condotto una ricerca meticolosa, grazie alla collaborazione con la Titanus e con archivi storici italiani tra cui la Cineteca di Bologna e il Museo Nazionale del Cinema di Torino, selezionando materiali che avessero valore narrativo e fossero anche di grande impatto visivo. Il presidente Guido Lombardo ha inoltre partecipato direttamente alla ricerca del materiale, mettendo a disposizione fotografie che non erano mai state divulgate prima. L'obiettivo era creare un percorso che permettesse al pubblico di immergersi nelle diverse epoche storiche che attraversa la Titanus, valorizzando la ricchezza del suo patrimonio cinematografico, intrecciando il tutto con la storia della famiglia Lombardo.
Apre e chiude il documentario Valentina Corti, una scelta stilistica azzeccata e di continuità con la narrazione. Da cosa è nata questa idea?
Giuseppe Rossi: Valentina Corti è stata scelta perché ha interpretato Leda Gys nella serie "
Trilussa: Storia d’amore e di poesia”. Questo mi dava la certezza che fosse anche già ben a conoscenza della storia della Titanus e delle sue origini che risalgono al cinema muto. La sua presenza nel documentario, sia visiva che vocale, ha portato autenticità e continuità alla narrazione e anche una grande eleganza. Volevo che fosse una guida per lo spettatore, capace di connettere il passato e il presente in modo armonioso.
Come sei entrato in contatto con il "mondo" della Titanus?
Giuseppe Rossi: Il mio ingresso in questo mondo è avvenuto attraverso il master in Gestione della Produzione Cinematografica e Televisiva che ho frequentato alla Luiss Business School. Tuttavia, avevo già avuto un primo approccio grazie al documentario "Giorni di un cinema passato", che ho realizzato un paio di anni fa, incentrato sul Cinema Nuovo di Lioni, un cinema situato in Irpinia, in provincia di Avellino, zona di cui sono originario. Questo cinema, fondato negli anni '50 in collaborazione con la Titanus, che all’epoca era proprietaria di numerosi cinema in Campania, proiettava inizialmente solo film prodotti da loro. È stato naturale, quindi, continuare ad approfondire questa storia.
Cosa ti ha colpito di più di tutta la storia che avete raccontato?
Giuseppe Rossi: Ciò che mi ha colpito maggiormente è stato il fatto che la Titanus rappresentasse un vero e proprio mondo, con uno stile ben definito e delle tematiche ricorrenti. Nel corso dei decenni, ha saputo mantenere una propria identità narrativa, sviluppando storie che riflettevano un immaginario specifico, capace di influenzare il cinema italiano in maniera profonda e duratura. Questo aspetto di coerenza e riconoscibilità mi ha affascinato e ha reso il racconto ancora più coinvolgente. Ovviamente sono rimasto molto colpito anche dalla figura di Goffredo Lombardo, che mi ha ispirato e insegnato tantissimo. Ritengo che non si possa parlare della Titanus senza parlare di Goffredo Lombardo, la buona riuscita del documentario è sicuramente anche merito suo.
20/10/2024, 20:05
Simone Pinchiorri