Si è conclusa la 15a edizione di
Middle East Now, che ancora una volta ha po
rtato forti emozioni in sala e una grandissima partecipazione di pubblico al festival, che si è tenuto dal 15 al 20 ottobre al Cinema La Compagnia, al Cinema Astra, a Rifugio Digitale e sulla piattaforma online PiùCompagnia /MyMovies visibile fino al 23 ottobre, un appuntamento imprescindibile per cercare di conoscere e capire la complessità del Medio Oriente contemporaneo.
Il festival internazionale – che fa parte del programma 50 Giorni di Cinema a Firenze – infatti da sempre ha una grande attenzione all’attualità, al racconto dei fenomeni più nuovi e vibranti delle culture e delle società del Medio Oriente contemporaneo, attenzione ancora più importante in un momento come quello attuale in cui il Medio Oriente è drammaticamente al centro della politica internazionale.
In questa settimana è stato presentato un ricco programma - seguito da un pubblico numeroso appassionato e attento, con sale affollate nelle proiezioni serali, pomeridiane e nelle matinée - con 34 film in anteprima (di cui 15 cortometraggi, 12 anteprime italiane, 5 anteprime europee e internazionali) premiati nei migliori festival internazionali, incontri con oltre 30 tra registi e ospiti invitati a Firenze a presentare i film e approfondirli con il pubblico in sala, dibattiti e progetti culturali.
“Un’edizione bellissima e tanto sentita dal pubblico”, dicono i fondatori e direttori del festival Lisa Chiari e Roberto Ruta. “Il tema “Ecologies of Resistance” ci ha guidato in questi giorni nel riflettere sullo stato di crisi attuale, sulle conseguenze delle devastazioni ecologiche e delle guerre in corso. Il festival ha presentato storie e condiviso esperienze di resilienza, e assieme a tutti i registi, gli artisti, gli ospiti arrivati a Firenze - e naturalmente assieme al nostro pubblico appassionato - abbiamo provato, umilmente, a costruire prospettive di un futuro più equo.”
La serata inaugurale ha registrato il tutto esaurito con un pubblico arrivato da tutta Italia per seguire la performance “Poems of Consumption” di uno degli special guest del festival, Hamed Sinno, musicista e compositore libanese-americano ed ex leader della band cult Mashrou Leila, da sempre attivista per la libertà di parola e di genere. Ha aperto le proiezioni l’anteprima italiana di “Diaries from Lebanon” (Libano, Francia, Qatar, Arabia Saudita, 2024, 110’), a cui è seguito un Q&A che ha tenuto il pubblico incollato alle sedie per quasi un’ora, con tante domande e un sentito confronto con la regista libanese Myriam El Hajj.
Molti altri gli appuntamenti sold out, compresa la proiezione di venerdì sera di "No Other Land" (Palestina, Norvegia, 2024, 95’) dei registi Basel Adra e Hamdan Ballal (palestinesi) insieme a Yuval Abraham e Rachel Szor (israeliani), un documentario pluripremiato che è un atto di resistenza creativa e di ricerca di un percorso verso uguaglianza e giustizia; e quelli della giornata di sabato, che ha visto il Cinema La Compagnia pienissimo fin dal mattino per un intenso programma di eventi speciali, programmazioni, l’incontro con il regista e attore palestinese Mohammad Bakri, che ha presentato il suo nuovo film “Janin, Jenin” (Palestina, 2024, 60’), con un intenso ed emozionato confronto con il pubblico in sala, e la serata che è conclusa all’insegna dell’Egitto con la proiezione del bellissimo “Retour en Alexandrie” (Svizzera, Egitto, Qatar, Francia, 2023, 90’) di Tamer Ruggli.
La Closing Night è stata con “Goodbye Julia” di Mohameed Kordofani (Sudan, Svezia, Germania, Arabia Saudita, Francia, Egitto, 2023, 120’), alla presenza dell’attrice Siran Riak, film sudanese che ha vinto a Cannes il Premio della Liberta, un intenso ritratto di due donne, una cristiana del sud e l’altra musulmana del nord, che ben descrive le difficoltà e i tumulti in questo paese diviso, con una guerra ancora in atto.
Molto partecipati anche agli incontri, le presentazioni e i Festival Talk – Il Punto delle 19.30, con tanti ospiti d’eccezione al Cinema La Compagnia.
Grande successo anche per l’appuntamento con il workshop culinario GAZA KITCHEN. Ricette di una cucina sospesa, tenuto alla Scuola d’Arte Culinaria Cordon Bleu dalla chef Fidaa I A Abuhamdiya e dalla food writer Silvia Chiarantini, autrici dell’acclamato libro "Pop Palestine”.
La mostra “AIR, RIVER, SEA SOIL. A History of an Exploited Land”, curata da Roï Saade e visibile a Rifugio Digitale (via della Fornace 41) fino al 3 novembre (merc / dom 11:00 – 19:00), ha racchiuso in sé il tema del festival di quest’anno, raccontando nei progetti presentati da 5 artisti e fotografi (in Tunisia da Zied Ben Romdhane, in Egitto da Mohamed Mahdy, in Giordania da Nadia Bseiso, in Libano da Roï Saade, in Iraq da Tamara Abdul Hadi) come il dominio coloniale passato e presente, e lo sfruttamento dell’ambiente abbiano trasformato il Medio Oriente e il Nord Africa, dividendo le comunità e alienandole dalla loro relazione con la terra.
Ecco tutti i film vincitori:
_ Middle East Now Audience Award 2024, al miglior film votato dal pubblico è andato al documentario
NO OTHER LAND di Basel Adra, Hamdan Ballal, Yuval Abraham, Rachel Szor (Palestina, Norvegia, 2024, 95’), ex-aequo con il lungometraggio
TO A LAND UNKNOWN di Mahdi Fleifel (Grecia, Danimarca, UK, Paesi Bassi, Palestina, 2024, 106’).
Premio Cinema Iran-Afghanistan - Felicetta Ferraro 2024 è andato a
THE GREAT YAWN OF HISTORY di Aliyar Rasti (Iran, 2024, 93’). Per la giuria composta da Mario Vitalone, Bianca Maria Filippini e Germana Rivi, il primo lungometraggio di Aliyar Rasti “rappresenta con grande potenza espressiva, grazie all’intensa prova attoriale dei due protagonisti e ad una magnifica fotografia, il viaggio trasformativo di due uomini molto diversi tra loro che saranno l’uno la guida dell’altro.”
_ Best Short - Staff Award 2024, al miglior cortometraggio assegnato dallo staff del festival va a
SORRY CINEMA di Ahmed Assouna, uno dei 22 corti del progetto collettivo FROM GROUND ZERO (Palestina, Francia, Qatar, Giordania, 2024, 115’), “perché racconta di persone costrette con la violenza a mettere in pausa la vita per la sopravvivenza. Le bombe possono costringere un regista a sacrificare il suo ciak per farne legna da ardere e cucinare. Ma non possono impedire la testimonianza della verità di quello che accade a Gaza.” Menzione speciale a
THE SUN SET ON BEIRUT di Daniela Stephan (Libano, 17’, 2022), “per aver raccontato con estrema lucidità la sofferenza e le speranze di due giovani donne, sullo sfondo di una Beirut distrutta”.
_ Premio Best OFF al miglior cortometraggio d’autore conferito dall’associazione OFF Cinema - e dalla giuria composta da Anacleto D'Agostino, Tina Magazzini, Théo Blanc - è andato a
THE LAST WINTER di Hayder Dawood (Arabia Saudita, 2023, 27’), con la seguente motivazione:
“Per l’eccezionale racconto poetico di un'amicizia che dura e si rafforza attraverso il tempo e lo spazio. Due amici intraprendono un viaggio sulle tracce di un precedente incontro in Svezia, riflettendo sul ruolo del cinema e sul futuro del loro paese, l'Arabia Saudita. Il film è un manifesto poetico che difende il potere del cinema d'autore di offrire significato e riflessione in una società in cambiamento, che affronta la resistenza all'autocritica e lo sviluppo dell'intrattenimento commerciale”.
Una menzione speciale è andata all’insieme di corti di
FROM GROUND ZERO (Palestina, Francia, Qatar, Giordania, 2024, 115’) di aa. Vv., “per essere una testimonianza tanto potente come delicata, tanto straziante come necessaria e umanizzante. Una collezione di corti che mostra frammenti di vita quotidiana, e frammenti di morte, altrettanto quotidiana, in questa guerra impossibile. È un racconto corale coraggioso e fragile che dá voce, volti, nomi e presenza ad artiste ed artisti che, da Gaza, scelgono di filmare la speranza, nonostante tutto”.