Cose che accadono sulla terra è un documentario osservativo girato nel corso di due anni a stretto contatto con i protagonisti di questa storia. Questo ampio periodo di osservazione mi ha permesso di indagare a fondo il lor o mondo generando un rapporto di profonda intimità con la famiglia di Giulio e Francesca: un’intimità che la macchina da presa restituisce diventando pressoché invisibile. Grazie alla presenza costante della troupe è stato possibile registrare i piccoli e grandi cambiamenti avvenuti nel corso degli anni, inclusi eventi che hanno radicalmente cambiato la scrittura filmica, come per esempio l’infortunio di Francesca. La realtà, che abbiamo inseguito: a cavallo, sui pick up, in trasferta nel nord Italia, ci ha sorpreso, costringendoci a riscrivere la sceneggiatura diverse volte. La prima fascinazione per questa storia comincia dallo stupore nello scoprire il cosiddetto “selvaggio west italiano”, un’immensa area incontaminata, migliaia di ettari, in cui vivono cavalli selvatici e capi di bovini allo stato brado, in cui ancora l’allevamento si conduce secondo antiche tradizioni tramandate da generazioni di butteri, i cowboys italiani. A 50 km dal Grande Raccordo Anulare c’è una frontiera tra il mondo civile con l e sue leggi e il mondo naturale anch’esso con le sue leggi. Cose che accadono sulla terra è ambientato su questa frontiera. Da un lato il mondo degli uomini, dall’altro il mondo selvatico. Girato quasi esclusivamente in esterni, negli orari del lavoro, la mattina presto, la sera tardi, la notte, all’alba o al tramonto, il film vive di una luce obliqua che rende ancora più affascinante l’ambientazione. Ad illuminare il mondo interiore dei protagonisti è la curiosità di Brianna, la più piccola della famig lia, che interroga sua mamma per capire, per crescere e per superare le proprie paure. Il dialogo non scritto tra mamma e figlia è il risultato di un lungo processo creativo per trovare una forma di voce narrante che non sottraesse realismo ed emozione al film, ma che al contrario potesse dare al racconto qualcosa che non aveva. La vita dei protagonisti infatti è una vita pratica che corre rapida dietro ad urgenze e imprevisti in cui raramente rimane del tempo per riflettere.
Per contrasto con il mondo degli uomini ho scelto di raccontare il mondo selvatico utilizzando uno strumento nuovo: le video - trappole. Inquadrature fisse, notturne, in bianco e nero simili a camere di sorveglianza, utilizzate di solito per riprendere le no stre case, i centri commerciali, le banche e le prigioni. In Cose che accadono sulla terra , queste inquadrature diventano lo strumento per rendere visibile l’invisibile: per rivelare la presenza dei lupi che minacciano l’impresa dei protagonisti ma che all o stesso tempo rievocano l’indissolubile legame tra uomo e natura. Queste sequenze notturne sono abitate dalla voce di Brianna, che in un altro registro rispetto al dialogo con la madre, da un lato rivela i suoi incubi e dall’altro fornisce allo spettatore gli indizi per accedere, seguendo le tracce dei lupi, alla natura più creativa del film. Altro elemento visivamente caratterizzante sono le sequenze macro, in cui enormi insetti invadono i fotogrammi del film e suggeriscono allo spettatore uno sfasamento di prospettiva, che mi sembra necessario affinché l’uomo torni a far parte del mondo naturale.
La dimensione sonora di Cose che accadono sulla terra rappresenta un altro livello di scrittura narrativa. Il lavoro di field recording ci ha permesso di registrare i suoni unici del mondo selvatico e restituire anche a livello sonoro la vastità dei paesaggi diurni e notturni. Le musiche scritte ed eseguite da Luigi Cinque, Giovanna Famulari e Stefano Saletti aggiungono un livello emotivo che, in maniera non invasiva, arricchisce il racconto. La musica è stata registrata sulle immagini ed alterna suoni rock a suggestioni di musica contemporanea, ad antiche melodie come il madrigale di Carlo Gesualdo da Venosa. Il montaggio del suono e il m ix sono stati uno dei momenti più creativi della post - produzione che ha permesso di mettere definitivamente a fuoco il racconto nelle sue molteplici sfumature. Cose che accadono sulla terra attraverso la combinazione degli elementi visivi e sonori ci in terroga sulla natura animale che scorre sotto la nostra pelle e che ci accomuna ai grandi predatori, ultimo sopravvissuto il lupo. Minaccia costante e antagonista invisibile, ma anche creatura sociale e inconsapevole bio - regolatore degli equilibri faunisti ci, volenti o nolenti il lupo siamo noi.
Michele Cinque