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FESTA DEL CINEMA DI ROMA 19 - Livermore e Cucco: "Ecco The Opera!"


FESTA DEL CINEMA DI ROMA 19 - Livermore e Cucco:
Davide Livermore e Paolo Gep Cucco hanno presentato alla Festa del Cinema di Roma, nella sezione Special Screenings, la loro opera prima “The Opera! Arie per un'eclissi”, interpretata dalle star della lirica Valentino Buzza, Mariam Battistelli e dal grande Erwin Schrott, insieme a Vincent Cassel, Fanny Ardant, Caterina Murino e Rossy De Palma.

Avete realizzato un film-mondo, gli elementi che lo compongono sono numerosissimi...

«Nel film ci sono tante cose, perché di tante cose è fatta la vita: abbiamo voluto raccontare il viaggio, quello che si deve fare per affrontare la morte e il dolore è moltissimo. Il percorso verso la comprensione del dolore di una vita spezzata è un viaggio che si fa con l'arte, tanto presente nella vita. Vogliamo ritrovare tutto ciò, ricordarlo a noi e alla gente che lo guarderà. Perché abbiamo fatto un film? Ogni volta che allestivamo un'opera lirica a teatro ci veniva detto che sembrava di essere al cinema, per questo stavolta abbiamo deciso di fare direttamente quello: ci siamo inventati un genere nuovo, l'opera musical, un genere tutto nostro, superando i confini. Il musical non nasce nel Novecento, ha radici molto più lontane. Mi rendo conto che citare Aristotele possa sembrare troppo, ma bisogna tirare su il livello: c'è un tempo per l'azione e un tempo per l'anima».

"The Opera!" è girato e pensato a Torino, la vostra città.

«Torino ci ha ispirato molto, ci ha fatto capire che l'arte può migliorare il livello di vita delle persone: siamo orgogliosi di aver girato lì, dove con “Cabiria” il cinema è nato come forma d'arte. Ci ha formati come artisti ma anche fatto soffrire, ci ha allontanato e ripreso: ci ha soprattutto convinto dell'idea che l'arte possa aiutare la società. Sapevamo che solo un set virtuale di grandi dimensioni poteva permetterci di restituire la fantasmagoria che avevamo in mente: quando la si usa in modo creativo la tecnologia è emozionante. Fare tutto questo a Torino è stato importante per noi. Abbiamo girato anche dentro al Regio, un'opera di Mollino straordinaria, e anche il Museo dell'automobile è diventato parte fondamentale del nostro progetto».

Avete costruito un cast di grandissimi nomi, anche dietro la macchina da presa (i costumi di Dolce&Gabbana, le coreografie di Daniel Ezralow...).

«Non abbiamo minimamente pensato a costruire un cast sui nomi, ma solo sui nostri desideri: abbiamo pensato a chi ci piaceva e abbiamo fatto una cosa che raramente si fa, abbiamo parlato alle loro anime, per coinvolgerle, ricordando loro che facciamo questo per l'arte. Cassel è stato il nostro primo nome, il ruolo di Caronte era molto difficile, inizia subito parlando in camera e coinvolgendo il pubblico: la sua naturalità e piacevolezza sono state decisive. Anche Caterina Murino, con cui avevamo già lavorato, è sempre stata centrale nel progetto; mentre Fanny Ardant e Rossy De Palma sono perfette in due ruoli completamente opposti tra loro, anche visivamente. Ma non dimentichiamoci i nostri protagonisti, che sono cantanti d'opera: per loro era molto difficile la parte, dovevano recitare molto e farlo accanto ad attori internazionali. Sono stati bravissimi, tutti quanti».

26/10/2024, 08:32

Carlo Griseri