Il racconto intimo e personale evocato direttamente da Liliana Segre si muove in luoghi di azione ben definiti: la sua Pesaro, la casa di Milano, il Senato a Roma ci mostreranno un aspetto interiore della senatrice sconosciuto al grande pubblico. Liliana Segre vive una scissione identitaria: non è abbastanza ebrea per gli ebrei, è unicamente ebrea per i cattolici. È una donna
ancora tormentata dal suo passato ma che al contempo si sente libera di dire ed essere quello che è oggi. È consapevole che le sue parole hanno una forte risonanza e quindi percepisce la
propria responsabilità.
Una serie di voci autorevoli in ambito della cultura, politica e della società civile prendono parola in questo mosaico che vuole rendere non solo l'immagine ma una narrazione empatica, personale che sia veicolo di un pensiero sociale e filosofico per le future generazioni. Ferruccio De Bortoli, Enrico Mentana, Fabio Fazio, Mario Monti, Geppi Cucciari sono solo alcune delle testimonianze che contribuiscono a dare contesto alla figura della Senatrice a vita. Attraverso queste interviste si mette in evidenza quanto Liliana Segre abbia contribuito alla storia del pensiero civile e culturale del nostro Paese.
Questa serie di testimonianze è montata in modo serrato per comporre una voce corale che affronti i vari argomenti: la discriminazione, l'arresto, il viaggio, lo sterminio, la liberazione e la vita dopo Auschwitz, la depressione e la testimonianza, per finire con l'esperienza politica. L'aspetto
della narrazione psicologica - sia storica che contemporanea – è stato fortemente preso in considerazione per la costruzione emotiva del film che prende direzioni inaspettate.
Queste tre forme di racconto si intrecciano nel film documentario attraverso riprese precise e curate nel dettaglio e un montaggio veloce in grado di ricomporre un racconto coinvolgente,
mantenendo in equilibrio e in dialogo la vicenda umana e personale con quella storica.
La fotografia del film ricopre un ruolo di grande importanza, la cura dell'immagine è importante per essere in coerenza col personaggio la cui determinazione e schiettezza nelle tragiche parole
contrastano con l’immagine di perfezione che ha sempre proposto di sé.
Il film si propone anche e soprattutto di essere un affresco vero e intenso di un’Italia che, grazie alla figura di Liliana Segre, mostra il suo riscatto, interrogandosi tuttavia sulla complessità della tragedia della guerra e del tradimento di un Paese verso una parte dei suoi cittadini, mostrando dunque il dolore e la sofferenza di una ferita che non si è mai completamente rimarginata.
Ruggero Gabbai