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The Missing Boys" rappresenta la ricostruzione cinematografica di una stagione storica estremamente importante, caratterizzata da uno spartiacque generazionale che ha prodotto mutamenti tali da generare l’emergere di nuovi modelli antropologici - sociali, culturali ed estetici - destinati a trasformare la percezione del mondo contemporaneo.
Gli scenari e i luoghi proposti nel film costituiscono una chiave di lettura che rimanda al concetto portante del progetto: tracciare un percorso che parta dal basso per arrivare a definire i passaggi obbligati della genesi di un movimento spontaneo, generato dall’urgenza espressiva e dalla necessità di produrre un cambiamento atteso e irreversibile.
Il filo invisibile che intreccia la narrazione ad ambienti seminascosti o scarsamente illuminati, come sotterranei, tunnel, cripte, viali, vicoli, tunnel, scalinate, esprime la natura seminale di una rivoluzione individuale ancora prima che collettiva, capace di riconoscersi attraverso tratti comuni come musica, estetica, visione della vita invece che attraverso la condivisione di una stessa ideologia.
I soggetti si muovono perlopiù all’interno di strutture caratterizzate da spazi delimitati, talvolta sottilmente claustrofobici, come a rappresentare l’estrema cesura con tutto ciò che possa contaminarne la purezza, l’originalità, il messaggio. In questo senso la presenza di edifici storici con elementi architettonici curvilinei così come di gallerie urbane rappresenta una simbologia legata al distacco del cordone ombelicale tra quella generazione e le sue radici, il superamento della protezione materna rappresentata da un isolamento mentale oltre che oggettivo, un viaggio alla ricerca dei propri simili, a qualsiasi latitudine e a qualsiasi costo.
La scelta di ridurre l’editing al minimo è finalizzata a mantenere l’immediatezza nelle testimonianze e la percezione esatta dei contenuti del racconto, sia in prima che in terza persona.
Davide Catinari