Due film, due sguardi prossimi ma divergenti, introducono
Filmmaker 2024 e il suo programma lungo un percorso che non teme le contraddizioni e si confronta con la ricchezza delle forme del cinema contemporaneo.
In "
Allégorie Citadine", presentato alla Mostra di Venezia, lo sguardo di Alice Rohrwacher incrocia quello dell'artista francese JR, per una variazione sul Mito della Caverna. Platone si chiede: cosa accadrebbe se uno dei prigionieri si liberasse dalle sue catene e riuscisse a fuggire dalla caverna? E se quel prigioniero fosse un bambino di sette anni?
I due artisti entrano ciascuno nell’universo poetico dell’altro componendo una danza scanzonata sul potere della fantasia che vola leggera nei sogni di un ragazzino febbricitante addormentato a teatro, in una Parigi segreta che esplode nella meraviglia dei murales di JR. Al centro, artefice e mago, il regista misterioso: Leos Carax, eterno sognatore coi suoi occhiali neri che racchiudono un'altra visione. È lui che rivela al piccolo il segreto. Ma quale?
Forse lo stesso che Leos Carax schiude in "
C'est pas moi" - film del Concorso internazionale, in anteprima italiana a Filmmaker dopo la presentazione al Festival di Cannes: un diario che dichiara l'amore per Godard e per il cinema, si intreccia alla vita, fra le immagini altrui, la figlia Nastya, la memoria di volti e figure familiari, Denis Lavant flaneur lunare e punk sui ponti e le strade parigine, John Ford e Nick Ray.
“
La bellezza chiede un battito di ciglia”: tutto quello che è già stato visto, che esiste, lo riscopriamo con uno sguardo nuovo, la luce è cambiata, la musica anche. Carax ricrea, cerca un senso, ritrova un lampo nascosto. Come il bimbo in fuga dalla caverna ci porta in una magnifica corsa infinita.