L’idea di "
Note to Self" nasce da un’immagine che a lungo è rimasta piantata nella mia testa: un ragazzo si sveglia e nella sua stanza un’entità lo osserva, condividendo i suoi spazi senza essere mai notata. Questa situazione ha dato origine alla stesura di un racconto che, in un secondo momento, ho sentito avesse bisogno di un aspetto visivo che lo completasse.
La storia si basa su un senso interiore d’incompletezza; Teo, il protagonista, è una persona scissa che non riesce a entrare in contatto con ciò che ama. La Presenza ricerca delle sensazioni che l’assenza di una forma fisica non gli permette di avere, e che Teo invece dà continuamente per scontate. Letizia è il contatto con il mondo esterno, che spesso respingiamo ma con cui inevitabilmente dobbiamo confrontarci.
Ho voluto approcciarmi alla regia di questo corto nel modo più libero possibile, dilatando intenzionalmente la durata di azioni semplici e quotidiane per restituire quanto più possibile la percezione di un tempo fermo e attorcigliato su se stesso. Il tempo è infatti un pilastro fondamentale; l’idea che a prescindere dal nostro stato d’animo le giornate scorrano sempre allo stesso modo, e che sembrino crudelmente più lunghe quando ci troviamo immersi in stati di malessere irrazionale, è un qualcosa che semplicemente non potevo ignorare nella realizzazione di questa storia.
"
Note to Self" è quindi un cortometraggio fatto di atmosfere e sensazioni prima ancora che di narrazione classica e lineare. È un momento nella vita di un giovane, e soprattutto la realizzazione dell’importanza nel saper instaurare un contatto con il nostro mondo interiore e con le altre persone.
Maria Gorgoglione