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CINEATELIER 4 - Giulio Donato e i suoi "Labirinti"


Il regista: "ho cominciato a scrivere "Labirinti" senza pensare troppo alle regole formali e produttive: desideravo solamente essere libero e seguire il mio istinto".


CINEATELIER 4 - Giulio Donato e i suoi
Giulio Donato, regista di "Labirinti", è stato ospite al festival Cineatelier di Poggio a Caiano (PO), dove è stato premiato con il Premio cinemaitaliano.info dedicato alé opere prime.

Come nasce il film "Labirinti", la tua opera prima?
Giulio Donato: Dopo anni di lavoro sui set da aiuto regista e aver scritto e diretto 4 cortometraggi, volevo realizzare qualcosa di più grande e ho cominciato a scrivere "Labirinti" senza pensare troppo alle regole formali e produttive: desideravo solamente essere libero e seguire il mio istinto. Sono partito da un'immagine. Un soggetto che attraverso un sogno realizza qualcosa di sé che prima ignorava. Viene sconvolto da questa rivelazione e in lui comincia un tortuoso percorso di mutamento. Così, in modo organico, varie idee sono iniziate a risuonare tra loro e ho deciso di raccontare la storia di Francesco, un ragazzo che vive quest'esperienza in adolescenza, attraverso i sogni si forma e si scopre diverso, voglioso di proseguire gli studi e partire per la città. Quindi ho pensato di ambientare il racconto in Calabria, che conosco bene perchè è il luogo dove è nato mio padre e passo tutte le estati da quando sono nato, regione in cui i temi della cultura, della chiusura, della paura, di chi resta e chi va, sono molto importanti e credo vadano esplorati e approfonditi. Cosa vivono i ragazzi che nascono in quella terra nel periodo dell'adolescenza a livello emotivo?
Sono partito con le riprese autoproducendo il film, con l'aiuto di Alessandro Lazzi, di Jumping Flea, e dopo una settimana di riprese in cui avevo messo insieme tanto materiale, ho capito ci fosse la possibilità di portarlo a termine come lungometraggio.
Mi sono rivolto a Francesco Cimpanelli, di Life Cinema, che ha preso sulle spalle il progetto ed è riuscito a realizzare l'impresa di chiuderlo produttivamente in modo sano, grazie alla vittoria di un contributo del Mic, sezione Giovani Autori, e al sostegno dei Margutta Studios per la lunga post-produzione.
Cosimo Santoro, di The Open Reel, ha preso il film come distributore festivaliero e venditore internazionale e grazie a Gaia Furrer e Giorgio Gosetti siamo stati presentati alla Mostra del Cinema di Venezia di quest'anno, alle Giornate degli Autori, nella nuova sezione "Confronti".

Nel film hai lavorato su due livelli, quello reale e quello onirico...
Giulio Donato: Come raccontavo prima riguardo il punto di vista produttivo, anche per quello creativo ho adottato lo stesso approccio.
Volevo seguire il più possibile quello che avevo dentro e ho pensato di raccontare la storia accentuando la differenza registica mettendo in scena i sogni in modo più preciso e formale, mentre la parte reale in modo più sporco e reale possibile, dando spazio alle incertezze e agli errori che formano la realtà.

Hai fatto recitare tutti attori "esordienti", come mai questa scelta e come hai lavorato con loro?
Giulio Donato: Così ho pensato di mettere sù un cast, con il prezioso lavoro del casting director Massimo Appolloni, quasi completamente di attori non professionisti.
Andando a scrivere i personaggi con loro, sulle loro personalità. Mettendoli a proprio agio nel raccontare qualcosa di affine alla loro quotidianità e al loro vissuto. Abbiamo lavorato su di una sceneggiatura molto scarna, favorendo l'improvvisazione seguendo degli obiettivi di racconto e delle mie indicazioni che accompagnavano gli attori nella direzione desiderata.
Così facendo le cose sono semplicemente successe. Davanti a noi e alla macchina da presa.

A Cineatelier hai ricevuto il Premio Opera Prima per il tuo film, in un festival dedicato alle scuole ed ai ragazzi. Cosa rappresenta questa premio per te?
Giulio Donato: Per me è un grandissimo onore ricevere un premio subito dopo Venezia da parte vostra per la mia opera prima e mi riempie di gioia farlo all'interno di un contesto dedicato alle scuole. Per me l'infanzia e l'adolescenza sono periodi centrali dell'esistenza e di quello che mi interessa, il mio film e i miei corti parlano di questo. E desidero continuare a farlo. Il mio secondo corto "Amore Bambino", fu premiato al Reggio Calabria Film Festival da un pubblico di soli ragazzi delle scuole elementari e per me fu bellissimo, quindi vengo al vostro Cine Atelier con lo stesso entusiasmo.

Hai già in cantiere un'opera seconda?
Giulio Donato: Sto lavorando alla scrittura di vari progetti, mentre seguo la appena cominciata vita festivaliera di "Labirinti" e dirigo videoclip musicali, ma non so quale sarà la mia opera seconda. Vorrei rimanere fedele alla mia indole, ascoltando quello che accadrà in autonomia, senza modificare il mio percorso in modo meccanico.

07/11/2024, 13:08

Simone Pinchiorri