“La voce della Sicilia”, “ La cantatrice del sud”, questi erano i soprannomi più comuni dati a Rosa Balistreri già dalle prime opere discografiche degli anni 60. Ma lei non è stata solo un simbolo del mezzogiorno, bensì un ’attivista che ha lottato in prima linea contro la mafia e a favore dell’emancipazione femminile in tutt’Italia. Una vita travagliata, segnata dalle più svariate esperienze che hanno lasciato un’impronta inconfondibile nella musica e nell’eredità culturale che ci ha lasciato. Tutto ciò che ha vissuto emerge prepotentemente ed inevitabilmente da ogni singola nota del suo canto. La sua passione, il suo timbro di voce e i suoi testi rappresentano un vero e proprio manifesto socio culturale delle lotte e dei movimenti accesi degli anni 70 nel nostro paese.
“L’AMORE CHE HO”, titolo tratto da una canzone di Rosa (in originale “L’amuri ca v’haiu” , letteralmente “l’amore che ho per voi”), narra la sua vita. Ma è una storia che assume un valore importante, non solo per lo spessore culturale del personaggio in sé, ma anche perché racconta un periodo storico, quello tra gli anni ‘ 60 e ‘ 80, cruciale per l’Italia e per il mondo intero. Un momento di cambiamenti, di fermenti e inquietudini sociali e culturali . Attorno al personaggio di Rosa, ruotano delle figure che ra ppresentano dei veri e propri simboli di quei pensieri e di quelle battaglie , come Dario Fo, Renato Guttuso e Andrea Camilleri, per citarne alcuni. Quella di Rosa è una personalità incredibilmente sfacc e ttata, tormentata, sempre in bilico tra il grande amore e l’estrema violenza. Capace di sentimenti contrastanti, disposta ad uccidere, ma anche a morire per amore. La colonna sonora è il pilastro portante del l’opera. La musica rappresent a un vero e proprio personaggio capace di narrare sentimenti ed emozioni così come gli altri interpreti. Le canzoni di Rosa Balistreri cost ituiscono un ’ immancabile impalcatura che scandi sce le varie fasi della sua vita . I momenti che stanno in mezzo tra una canzone e l’altra s on o descritti da una partitura classica liberamente ispirata ai temi più noti della “cantatrice del sud”. Tra tutti gli artisti del panorama musicale italiano, una su tutti si impone come maggior esperta e conoscitrice della poetica di Rosa Balistreri: CARMEN CONSOLI che , sin dai suoi esordi , ha sempre dichiar ato la propria devozione a Rosa e l’ha sempre considerata un ’ ispirazione e una guida. Innumerevoli sono stati gli omaggi che la “cantantessa” Carmen ha rivolto a lla “cantatrice” Rosa nei suoi concerti nel corso degli anni. Ha interpretato le sue canzoni, le ha ri arrangiate, le ha rivissute. I nsomma, Carmen è una vera discepola di Rosa e la sua presenza nel film , in qualità di autrice della colonna sonora e consulente musicale, è stata necessaria, logica e di grande valore artistico .
Note tecniche
Da regista e sceneggiatore, una storia come questa rappresenta uno stimolo incomparabile, data la profondità della trama e il periodo storico , fonte di grande ispirazione sia in termini di tecnica di ripresa che in termini di scelte fotografiche. La tecnica di ripresa assume, di quando in quando, tratti spiccatamente documentaristici al fine di esaltare ed evidenziare i momenti fedelmente tratti dalla vita vera dei protagonisti , con largo uso di macchina a spalla e a mano.
La fotografia dei flashback è distinta da quella del tempo presente della narrazione tramite l’applicazione di una gamma cromatica tendente ai colori pastello in un’atmosfera vintage tipica degli anni 60 - 70. Gli anni della vecchiaia di Rosa ha nno invece una predominanza di colori più nominali . Nel rispetto della veridicità storica del periodo in cui svolgono le vicende narrate, i dialoghi s o no recitati nella cadenza e con l’accento tipici dei luoghi di provenienza dei personaggi. Il ritmo e la musicalità del dialetto siciliano contribui sco no in modo decisivo a immergere lo spettatore nelle atmosfere dei luoghi d’origine della protagonista. Allo stesso modo il mancato uso di esso, sottoline a la diversa ubicazione delle scene. Il film intende rivolgersi a un pubblico vasto ed eterogeneo, proponendosi di raccontare la storia di questa Janis Joplin siciliana, con un linguaggio semplice e diretto ma potente così come lo spirito della protagonista .
Paolo Licata