03/04/1908
Berlino, Germania

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Bruno Lüdke


Filmografia dal 2000:
2006 » doc La Faccia del Cattivo: partecipazione

Biografia:
18 marzo 1943. Al comando di polizia di Berlino, un nuovo ospite attira l’attenzione interessata di molti. L’uomo, fermato dopo l’assassinio di una vedova, si chiama Bruno Lüdke; ha piccoli precedenti per furto ed è considerato “ritardato”. Interrogato dal giovane e ambizioso commissario Franz, in assenza di testimoni, l’uomo confessa i primi 20 omicidi. La leggenda dello spietato serial killer Bruno Lüdke è nata; molti altri crimini vengono via via caricati sul suo conto, fino all’iperbolica cifra di 51 casi, un terzo di tutti gli omicidi non chiariti commessi in Germania tra il 1926 e il 1943.
Il sospetto di una manipolazione si fa strada presto, anche all’interno dei ranghi della polizia nazista. Ma la brillante soluzione di tanti casi è già nota ai vertici del partito: Goebbels, e Hitler stesso, ne sono già stati informati. Non si può più far marcia indietro. Non resta che far sparire l’ingombrante “colpevole”.
Sembra la trama di un film, e in effetti lo diventò: nel 1957 Robert Siodmak si ispirò a questa vicenda per il suo “Nachts, wenn der Teufel kam” (“Ordine segreto del III Reich”), con Mario Adorf e Peter Carsten, un pregevole film anche candidato all’Oscar. Il lavoro si attiene però alle versioni ufficiali del caso, e tenta semmai di scagionare la polizia nazista, costretta a sbarazzarsi del pluriomicida per soffocare lo scandalo pubblico.
La sorella di Lüdke negli anni ’50 raccontò che, tornando a casa sotto scorta per la prima perquisizione, Bruno appariva pesto e malconcio; alle sue domande preoccupate, avrebbe sussurrato “Se non dico che sono stato io, mi ammazzano”. Ma bisogna aspettare la metà degli anni ’90, con la controinchiesta di Jan A. Blaauw, perché l’innocenza di Lüdke venga finalmente affermata.
Una cosa è certa: il suo caso è circondato fin dalle prime battute di un enorme interesse “estetico”. Fotografato variamente, nudo e vestito, fin dal giorno del suo fermo, Lüdke diventa poi l’involontario “modello” di un’immensa campagna fotografica, raccolta in tre grossi album tuttora conservati a Berlino, campagna che proseguirà fino alla fine del suo breve e tormentato percorso.
La ragione di tanto interesse va probabilmente ricercata nel potere “probatorio” delle immagini: Lüdke incarna alla perfezione tutti gli stereotipi visuali e sociali del delinquente, così come si sono venuti elaborando nel pensiero occidentale nel corso dell’intero XIX secolo. Lüdke è colpevole perché ha la faccia da assassino.
(ultima modifica: 14/02/2008)

Note:
Bruno Lüdke è morto a Vienna il 26 aprile 1944 dopo essere stato un presunto serial killer tedesco.



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