Fondazione Fare Cinema
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Pontos


Regia: Umberto Migliaccio
Anno di produzione: 2008
Durata: 27'
Tipologia: documentario
Genere: sociale
Paese: Italia
Produzione: TodoModo, Suttvuess
Distributore: n.d.
Data di uscita: n.d.
Post Produzione: Suttvuess
Formato di proiezione: Beta SP PAL e DV Cam, colore
Titolo originale: Pontos

Sinossi: Il film vuole descrivere l’Isola di Ponza attraverso tre storie, ognuna introdotta da poesie di Franco De Luca scrittore isolano. Il racconto di una comunità, attraverso i suoi abitanti e i suoi emigranti, come punto di analisi dei più significativi processi di trasformazione che la globalizzazione sta esercitando sulle nostre società. Analizzando il locale si cerca di trovare chiavi di lettura valide per una situazione più generalizzata.
Il Ritorno
Attraverso il racconto di Alessandro giovane elbano figlio di ponzesi si scopre una visione idilliaca dell’Isola di Ponza, legata ai racconti familiari, al senso di appartenenza ad una comunità un po’ speciale, ad amori e affetti rimasti a casa. Attraverso la sua testimonianza si cerca di ricostruire la rete di rapporti umani e di comunità che l’Isola ha gettato aldilà del mare, il rapporto tra gli immigrati e la terra d’origine, ma anche tra chi è restato e chi invece è partito.
Il Rapporto con il Mare
Il mare era una ricchezza, un alleato da rispettare, ci sfamava e ci dava la possibilità di mantenere aperta la porta sul mediterraneo, via di comunicazione tra gli uomini. Da sempre il mare era la nostra finestra sul mondo da lui venivano o se ne andavano i marinai e i pescatori.
Questi mestieri, uguali nei secoli, hanno cementato un’identità fatta di capacità individuali nel costruire il proprio benessere.
Attraverso il racconto autobiografico di Salvatore vecchio pescatore e armatore ricostruiamo la trasformazione che l’Isola ha subito negli ultimi 30 anni, da i suoi racconti percepiamo la decadenza dei mestieri tradizionali il mutamento della società.
Con la crisi dei settori primari pesca e agricoltura, gli isolani hanno investito tutto sul turismo, sfruttando, neanche troppo bene, le bellezze dell’isola, tuttavia questa nuova forma di reddito facile ha evitato che si facesse una riflessione seria sulla propria identità, su come poter valorizzare le proprie capacità.
Sguardo all’Orizzonte
Nel giro di pochi anni l’isola si è spopolata, si vive a Ponza per tre mesi l’anno e la si abbandona di inverno, tuttavia i suoi abitanti nutrono per questo scoglio un amore profondo e amaro, sono tutti legati alla propria identità, si cerca in tutti i modi di tenere vivo il dialetto, si parla ponzese come senso di appartenenza.
Da anni ci si chiede come far fronte al processo di distruzione della comunità che la globalizzazione sta loro imponendo, da una parte l’isola si popola dei nuovi viaggiatori alla ricerca di una casa, immigrati dall’est Europa, e dai paesi del nord Africa, sono diventati una parte importante della popolazione.
Attraverso Fatima giovane adolescente ponzese figlia di immigrati tunisini, vincitrice di un concorso letterario su “il mare e Ponza” , raccontiamo le varie sfaccettature del processo di cambiamento e integrazione tra vecchi e nuovi ponzesi.

Sito Web: http://

Ambientazione: Isola di Ponza

"Pontos" è stato sostenuto da:
Regione Lazio (Progetto "Isolaitudine")


Note:
Le poesie presenti nel documentario sono di Franco De Luca.
L’isola di Ponza venne colonizzata nel 1732 dai Borbone, oggi a distanza di quasi tre secoli quell’ esperimento antropologico sembra volgere al termine. La nuova ricchezza portata dal turismo che ha fatto dell’Isola un centro dedicato all’entertainement estivo ha profondamente cambiato la comunità ponzese, tanto che questo termine ha assunto nuove significanze.
Nel corso di tre secoli i ponzesi attraverso la pesca e la navigazione hanno portato la loro presenza in quasi tutto il Mediterraneo. Primi pescatori in Sardegna e nell’Arcipelago Toscano, esistono praticamente micro nuclei di Ponza in quasi tutti i porti, da Marsiglia a Genova, da Livorno all’Elba, passando da Olbia, Cagliari per finire in Tunisia a La Galite.
Difatti il nome dell’isola deriva dal greco Pontos, il mare come spazio, via di comunicazione tra gli uomini, Ponza per la sua collocazione geografica a metà strada delle grandi rotte del Tirreno era un ottimo punto di partenza.


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