Fondazione Fare Cinema
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locandina di "Zero"

Zero


Regia: Paola Livia Randi, Ivan Silvestrini, Margherita Ferri, Mohamed Hossameldin
Anno di produzione: 2021
Durata: 9 episodi
Tipologia: film-tv
Genere: commedia
Paese: Italia
Produzione: Fabula Pictures, Netflix; in collaborazione con Red Joint Film
Distributore: Netflix
Data di uscita: n.d.
Formato di proiezione: HD, colore
Ufficio Stampa: Words for You / Netflix
Titolo originale: Zero

Recensioni di :
- ZERO - Il supereroe della periferia milanese

Sinossi: Zero racconta la storia di un timido ragazzo con uno straordinario superpotere, diventare invisibile. Non un supereroe, ma un eroe moderno che impara a conoscere i suoi poteri quando il Barrio, il quartiere della periferia milanese da dove voleva scappare, si trova in pericolo. Zero dovrà indossare gli scomodi panni di eroe, suo malgrado e, nella sua avventura, scoprirà l’amicizia di Sharif, Inno, Momo e Sara, e forse anche l’amore.

Sito Web: http://

Ambientazione: Milano

Libro sul film "Zero":
"Non ho Mai Avuto la Mia Eta'"
di Antonio Dikele Distefano, 216 pp, Mondadori, collana Novel, 2018
Perché la sua è una vita tutta in sottrazione, che ha sempre tolto e ha dato poco. Zero non ha cittadinanza, non ha madre, non ha soldi, e non si concede neanche il lusso di pensare al futuro. Zero ha dovuto capire in fretta che certe cose non si possono chiedere ai genitori, che ciò che è giusto non è patrimonio di tutti. Perché la vita non ha nessun obbligo di darti quello che credi di meritare e non lo ha nemmeno chi ti ha messo al mondo. Gli anni di Zero, dai sette ai diciotto, i capitoli che scandiscono il romanzo, sono duri, sono anni che hanno il sapore della povertà e della periferia. Ma sono anche anni passati ad attraversare strade in bici, con il cellulare attaccato a una cassa per permettere agli altri di sentire la musica. In piedi sui pedali, a ridere in mezzo alla via. Pomeriggi a giocare a pallone, a sperimentare il sesso e a bruciarsi per amore. Sono anni passati in quartiere consapevoli però che l'unico modo per salvarsi e garantirsi un futuro è andare via perché se nuoti nel fango, alla fine ti sporchi. Ma quello che c'è fuori fa paura. Ci sono gli sguardi indiscreti sui bus, le persone che tengono più stretta la borsa quando ci si avvicina, le ragazze che aumentano il passo e cambiano strada quando ti incontrano. C'è un Paese che non ti riconosce, gente che non si ricorda che essere italiani non è un merito ma un diritto. Fuori c'è la frase che ti ripeteva sempre la mamma e che ti rimbomba in testa "i bianchi nei neri ci vedono sempre qualcosa di cattivo". Ma di Zero ce n'è uno, nessuno e centomila e con Non ho mai avuto la mia età Distefano ci regala uno spaccato dell'esistenza di tutti quegli Zeri che con la vita si sono sempre presi a pugni in faccia, consapevole che ce la devi fare sempre anche quando non ce la fai più.
prezzo di copertina: 16,90


Note:
PERSONAGGI

ZERO (Giuseppe Dave Seke) vive con il padre e la sorella minore Awa in un piccolo appartamento al Barrio, pedala per le consegne a domicilio e, quando ha voglia di fare un giro nel mondo...indossa le cuffiette e si ritira nella sua bolla invisibile. Ha conosciuto Anna consegnandole la pizza, se ne è invaghito subito, preso in contropiede dalle sue domande personali e dalla sicura intraprendenza con la quale presenta il suo futuro. La vita di Zero viene però stravolta dall’incontro con Sharif, grazie al quale scopre l’amicizia, con il branco sarà disposto a tutto per salvare il quartiere.

ANNA (Beatrice Grannò) è una ragazza milanese di estrazione borghese. Mentre suo padre ha sempre cercato di darle tutto quello che hanno le sue amiche, per Anna non potersi permettere certi agi non è mai stato un problema, ma anzi un modo per mantenere un contatto con il pianeta terra. Anna inizia a scoprire le crepe celate da un’esistenza apparentemente perfetta, e comincia a domandarsi come sia possibile crescere senza lasciarsi influenzare dalle pressioni degli altri. Almeno fino a quando non incontra Zero, un ragazzo capace di accettarla per quel che è veramente.

SHARIF (Haroun Fall) è di origini nigeriane e l’unica cosa che vuole è avere il mondo ai suoi piedi, o almeno il quartiere in cui vive: “il Barrio” che, da qualche tempo, subisce le scorribande di un gruppo di teppisti sconosciuti. Sharif desidera ardentemente il rispetto di tutti, una credibilità di strada, ma non vuole finire dentro come quel mezzo criminale di Honey (Livio Kone), suo fratello maggiore, che tutti considerano un mito, e del quale è in fondo succube.

INNO (Madior Fall), diminutivo di Innocent, ha 21 anni ed una reputazione difficile da portare: “lui è uno dei pochi che potrebbero farcela”. Con la palla ai piedi Inno è infatti un vero fenomeno. Il suo sogno da quando è bambino è quello di giocare nel Milan, la squadra per cui tifa. Ogni argomento, dalla guerra alla politica, diventa per lui l’occasione di parlare del suo microcosmo, dell’etica del campo, del rapporto difficile con l’allenatore, ma soprattutto... di sé stesso.

SARA (Daniela Scattolin) è cresciuta in una casa famiglia dopo la morte dei genitori. Fa parte del gruppo di amici storici di Sharif e vorrebbe aprirsi uno studio di registrazione per fare la fonica/producer. Per questo gran parte del suo tempo lo passa a gestire una sala prove domestica, per lei divenuta una sorta di seconda casa.

MOMO (Richard Dylan Magon) è un vero gigante, uno che dice spesso la cosa sbagliata nel momento meno opportuno. E’ il cuore del gruppo. Quello che riesce a superare ogni difficoltà con un sorriso, pronto a dimenticarsi gli sgarbi subiti attraverso una visione fin troppo ottimista del mondo.

AWA (Virginia Diop), è la sorella di Zero, è spigliata e popolare. È bella, solare e ama la pallavolo. Ascolta cantanti pop italiani, guarda programmi nazional-popolari e adora il made in Italy ─ per lei un vero must. Di sua madre Marieme (Ashai Lombardo Arop), Awa non ha praticamente ricordi. Ma dietro una naturale euforia si cela il dolore per la sua prematura scomparsa.

THIERNO (Alex Van Damme), padre di Zero ed Awa, sorride poco e parla ancora meno. Questa è l’immagine che hanno di lui i suoi figli che, ad uno sguardo esterno, potrebbero sembrare orfani pure di padre.

RICO (Miguel Gobbo Diaz): il cubano Rico ha una bambina, Adelita (5), per cui farebbe qualsiasi cosa. Rico è attratto dai soldi ma nemmeno quelli possono impedirgli di commettere disastri quando la rabbia prende il sopravvento. La sua banda è composta da gente come lui: il sogno di Rico è quello di mettersi nel giro grosso, quello che conta e che gestisce il mercato della droga. Per questo ha cominciato a fiutare l’aria dei piani alti, trovando un accordo con l’amministratore di “Sirenetta”, una società immobiliare che gli affida il lavoro sporco. Il compito di Rico e della sua banda è infatti quello di rendere la vita quotidiana del Barrio, un tempo tranquilla, molto meno piacevole..


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