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Giancarlo Di Benimeo  (22/09/2006 @ 00:00)
Siamo genitori di due figli diversamente abili,sono affetti dalla"sindrome del cromosoma X fragile", abbiamo fatto dei mini soggiorni alla "Città del Sole" con i ragazzi tramite la nostra associazione di genitori di Ladispoli "Nuove Frontiere" e siamo rimasti veramente contenti come i nostri ragazzi sono stati. Lì abbiamo saputo della storia di Stefano Rulli e che aveva fatto questo film, lo abbiamo subito acquistato, e devo dire che rispecchia in tutto la nostra vita, ci siamo sentiti coinvolti, fino ad emozionarci. Consigliamo vivamente di vederlo, perchè come è stato per "Le Chiavi di Casa" anche questo film fa comprendere che nella vita esistono anche queste situazioni con tanta emarginazione, basterebbe solo una parola per sollevare chi le vive. Giancarlo Di Benimeo e Maddalena Palumbo
Andrea Battantier  (23/06/2006 @ 00:00)
Stefano Rulli, insieme alla moglie Clara Sereni, è tra i fondatori della “Città del Sole”, un progetto per stare insieme, aperto a tutti, nato per unire persone con difficoltà sociali, economiche e mentali. Rulli (sceneggiatore tra gli altri de Il ladro di bambini, La meglio gioventù, Le chiavi di casa) racconta in un documentario il suo rapporto con il figlio Matteo. Ieri: un filmino super 8, un compleanno con la torta, una mamma, un papà e un piccolo bambino con lo sguardo vuoto in braccio a sua madre. Oggi: Mamma e papà stanno invecchiando e forse sono un po’ più stanchi. Matteo invece ha ventiquattro anni e ha indossato la corazza del silenzio per isolarsi dal mondo, ma quando vuole e quando può, trasmette i suoi sogni e le sue paure, con slanci affettivi ruvidi, violenti, estremi ed ingenui. E’ una storia tenera e dura, che ti pervade di sofferenza disperdendo le tensioni nella bufera di vento finale. E’ un diario privato che diventa documento e documentario sulla diversità e sulla normalità. Perché questa di Rulli sembra tanto un’esperienza che ha voluto condividere con noi, un poco alla volta spettatori e poi sempre più partecipanti al dolore, all’angoscia, ed ai momenti di sconforto e di non rassegnazione, al bisogno di amare un figlio. Inizialmente ho avuto quasi l’impressione di sbirciare e invadere una storia che non mi apparteneva e poi l’ho fatta mia, perché è la storia che mi è entrata dandomi emozioni che non usciranno mica tanto presto. Un silenzio particolare racchiude le parole non dette, che nel vento continuano a parlare.

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