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Montecristo  (28/09/2007 @ 17:02)
Banale, scontato ed inutile, dialoghi affettati e deprimenti per la loro teatrilità ad effetto. Due diciottenni che parlano in alcune scene come due anziani, una storia d'amore telefonata e le solite tiritere sul rapporto fra uomo e donna, brava la Mezzogiorno, magari sì ma comunque sprecata per un film che non lo giravano era uguale.
Simone Pinchiorri  (05/04/2007 @ 10:08)
Francesca Archibugi torna, con "Lezioni di Volo" a trattare il tema dell'adolescenza, tramite il viaggio di due giovani ragazzi della "Roma bene", vissuti senza interessi e responsabilità. Pollo e Curry, i due protagonisti passano le loro giornate senza una meta, un obbiettivo, senza amore. La loro occupazione principale e centrare i passanti sputando dal terrazzo dell'attico.E' un viaggio "premio" per una bocciatura a scuola che li farà maturare e cambiare il modo di vivere. La Archibugi pone il viaggio come una scuola di vita, trasporta i due giovani ragazzi in India e con il pretesto di un furto dei documenti li farà affrontare varie difficoltà, li farà affrontare l'India vera e non quella agiata dei grandi alberghi e del lusso.Uno dei due protagonisti, Curry, è indiano di nascita ma italiano a tutti gli effetti, essendo stato adottato da piccolissimo.Quando torna in India si trova spaesato, uno straniero nella sua terra natia. Dopo un iniziale rifiuto verso l'India, inizia piano piano a prendere confidenza con il luogo ed inizia una ricerca di se stessto e delle proprie origini, senza mai, però, rinnegare la famiglia adottiva a cui è legatissimo, usandola quasi come uno scudodi difesa. Pollo è invece più disincantato e per la prima volta incontra l'amore. Si innamora di Giovanna Mezzoggiorno, nel ruolo di una dottoressa italiana incontrata per caso dai due ragazzi, una donna, mentre lui è ancora un ragazzino. Lei cede alle sue lusinghe, però l'età matura la porta a riflettere ed ad allontanarlo. Pollo conosce cos' le due facce della medaglia: l'innamoramento e la delusione. Alle spalle dei due ragazzi vi sono due famiglia dei giorni d'oggi, in crisi esistenziale, due famiglie con i loro problemi e le loro insicurezze, ormai non più punto di riferimento della società. Molto bella è la fotografia dell'India, curata nei minimi particolari. L'immagine rende visivamente molto bene la realtà sociale di questo paese. "Lezioni di Volo" si può definire un film a temi, con la rappresentazione sociali di tutte le classi sociali che appaiono in crisi, con la rappresentazione della religione, con il tema dell'adozione, con la visione di un paese povero ma in costante crescita come l'India. Forse la regista vuole toccare troppe tematiche, non riuscendo pienamente a svilupparle tutte.
Miriam Monteleone  (25/03/2007 @ 18:14)
Un film semplice, incentrato sui bisogni umani, dai sani sentimenti. Brava Giovanna Mezzogiorno, che al solito conquista il pubblico senza fatica, la storia non pecca di banalità, nè per ambientazione nè per trama. Finale verosimile, si sfora l' happy end, comunque aperto ad interpretazioni.
Noela Gori  (19/03/2007 @ 19:04)
Pollo e Curry sono due giovani diciottenni romani già annoiati dalla vita che come passatempo hanno quello di centrare con gli sputi lo spazio tra i seni della bella di turno che si trova a passare per caso sotto la loro terrazza borghese romana e che non fanno merenda se la cameriera si dimentica di comprare la senape. La loro vita prematura e normale scorre come quella di qualsiasi altro ragazzo della loro età fino a quando Curry decide di partire per l’India per ritrovare la madre naturale trascinando con sé anche Pollo. E qui inizia il romanzo di formazione romantico, trasportato a livello cinematografico dalla regista che ci conduce nel viaggio e nella trasformazione: il bildungsroman archibugiano ci porta in un paese saturo di contraddizioni totalmente estraneo alla nostra cultura italiana, I’m roman-Italy, ripete senza sosta Curry agli indigeni che incontra e che lo ritengono uno di loro. Proprio allora i ragazzi incontrano Chiara, interpretata da una Giovanna Mezzogiorno sempre uguale a se stessa, valente medico senza frontiere presso una ONG internazionale la quale rappresenta l’elemento pedagogico, la tutrice, anche amorosa, che cura l’apprendistato alla vita dei ragazzi. In questa terra così lontana da casa i protagonisti vengono educati e si autoeducano attraverso una serie di errori e di disillusioni fino a giungere a instaurare un compromesso più adulto con il mondo circostante che non significa armonia ma consapevolezza di essere parte di un processo di evoluzione e cambiamento. La regista affronta ancora una volta la tematica generazionale ma questa volta sembra farlo ricercando nel convenzionale: figli adottivi, figli senza obiettivi, figli viziati, genitori superficiali, genitori pretenziosi, genitori fedifraghi, svariate questioni etiche. Troppe idee buttate lì tutte a farne un minestrone, salvate solo in parte dalla leggerezza dell’Archibugi. "Il Grande Cocomero" è lontano.

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