Fondazione Fare Cinema
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L'amministratore della "Teodora Film" Cesare Petrillo:
"Film indipendenti, vita dura alla Mostra"


L'amministratore della
L'Amministratore Unico della Teodora Film Cesare Petrillo, in un articolo apparso oggi sul quotidiano "Il Manifesto" ha lanciato un grido d'allarme sulla sparizione del cinema d’essai dal mercato italiano ed ha lanciato una forte "critica" verso la selezione dei film presenti alla 65. Edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. Riportiamo di seguito l'articolo apparso sul suddetto giornale:
Più o meno un anno fa, in occasione dell’uscita di "Angel" di François Ozon, la Teodora Film ha lanciato un grido d’allarme sulla sparizione del cinema d’essai dal mercato italiano. Il manifesto è stato l’unico quotidiano che ha accolto il nostro allarme. Spiegavamo, come noi distributori indipendenti saremmo stati costretti prima o poi a gettare la spugna e a omologarci al mercato se non si fossero create quelle condizioni e congiunture che permettevano al cinema “di nicchia” di trovare appunto la sua nicchia. Tra i responsabili di questa omologazione, avevamo individuato la televisione, i multiplex e la stampa. I maggiori quotidiani, Repubblica, Messaggero, Stampa e Corriere - a parte uno spazio risicato dato alle recensioni - questo cinema hanno finito per ignorarlo. Le redazioni, infatti, non mandano più nessuno alle conferenze stampa. Ieri, sulle pagine del Corriere, Paolo Mereghetti si è sorpreso che 11 film in concorso a Venezia non abbiano un distributore. Caro Mereghetti, ci siamo. Quest’anno l’amministratore e condirettore di Teodora a Venezia nemmeno ci viene (scrivo da Roma, dove sto preparando l’edizione italiana del nostro prossimo film Quel che resta di mio marito, guarda caso, americano e con tre star). Ma l’anno prossimo sarà peggio. Ci sarà qualche altra defezione. E con un po’ di culo, tra qualche anno, non ci saranno più né il Festival di Venezia, né la critica cinematografica, né i film. L’Italia è un paese ripiegato su stesso e il cinema non può che rappresentarlo. Dispiace dirlo, ma anche Venezia è messa male e può essere annoverata tra i responsabili della sparizione di questo tipo di cinema: possibile che i film italiani in concorso siano Medusa (Corsicato, Avati) o Rai (Ozpetek, Bechis), ovvero film fatti con soldi televisivi? Nulla contro la Rai o la Medusa. Fanno il proprio lavoro. Quello che chiedo è quanto Marco Muller sia disposto a mettersi in gioco e a scegliere liberamente (possibile che gli italiani indipendenti siano solo nelle altre sezioni?). Se sia attento a segnalare a italiani e stranieri quanto succede oggi nel cinema che viene dal resto del mondo. Quanto sia in grado di dare un’anima nuova e viva a Venezia. Se Toronto e Cannes mangiano la pappa in capo a Venezia è perché hanno un’identità precisa. Al bellissimo festival di Salonicco, produttori e distributori indipendenti vengono invitati a discutere e trovare collaborazioni tra vari paesi per produrre nuovi film. Il festival di Copenhagen presenta i nuovi film danesi ai compratori, mentre il pubblico riempie le sale per assistere ai film da tutto il mondo. Potrei andare avanti all’infinito. I venditori, produttori e distributori esteri che non hanno film al Lido si sentono dei pesci fuor d’acqua, gli sembra una sagra di paese. Le gestioni si alternano ma nessuno riesce a smettere di farlo sembrare il festival di Sanremo, ovvero il trampolino di lancio dei film italiani e americani di imminente uscita. Ci saranno anche undici film che non hanno distribuzione in concorso a Venezia, ma caro Mereghetti, le assicuro che Muller non ci ha segnalato proprio nulla.
P.S.:Sarà una coincidenza, o i film Teodora sono tutti brutti, ma nell’ordine Muller ha scartato nelle precedenti quattro edizioni "Non Desiderare la Donna d’Altri" (Susanne Bier), "Gli Innocenti" (Per Fly), "Dopo il Matrimonio" (Bier), "Nelle Tue Mani" (Peter Del Monte)
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28/08/2008, 12:23

Simone Pinchiorri