"Le Quattro Volte" di Michelangelo Frammartino:
un'opera che parla con le immagini
L’unicità di
Michelangelo Frammartino è fare un cinema che parla con le immagini. Parole, rumori e suoni sono accessori secondari. Lo si era già visto ne "
Il Dono" (2003), suo primo lungometraggio e lo si constata ampiamente in "
Le Quattro Volte", suo secondo documentario. Le immagini intrise di significati e simboli nascono dal suo panteismo filosifico eredità della sua Calabria profonda e della Magna Grecia. Tutto ha un’anima: la terra, le cose e gli animali. A confronto con "
Il Dono" film di una purezza estrema, "
Le Quattro Volte" ha un respiro e una visione cosmica molto più ampia. In entrambi i lungometraggi il tempo, il succedersi delle stagioni, la vita, la morte, elementi immutabili dell’eternità, sono scanditi dalle immagine. Immagini naturali, ma studiate nei minimi dettagli che con la loro pregnanza escludono il verbo. La solitudine e la morte del vecchio pastore, avvertita unicamente dal suo cane, la nascita e la breve vita del capretto, la fine del pino centenario, l’allestimento della carbonaia e la trasformazione della legna in carbone sono i quattro capitoli di una pellicola di riflessione sulla caducità dell’universo. Un film di immagini, che non si possono narrare, ma che devono essere viste, contemplate e meditate.
"
La Quattro Volte", uno dei principali avvenimenti di
La Quinzaine 2010, ha visto il tutto esaurito nelle tre proiezioni e ha riscosso il pieno consenso dei media francesi che sanno apprezzare film di questo tipo che portano una ventata di diverso e di nuovo sulla Croisette
Coprodotto da Italia, Germania e Svizzera (
Ventura Film di Chiasso ), "
Le Quattro Volte" (sarà nelle sale italiane dal 28 maggio distribuito
Cinecittà Luce) ha avuto una lunga gestazione. "
Ci abbiamo messo quasi 5 anni a girare, dal momento che ci sono stati molti problemi. E poi siamo tornati più volte in Calabria, dove è ambientato, per filmare l'albero in stagioni diverse", ha dichiarato il regista
Michelangelo Frammartino.
19/05/2010, 16:54
Martine Cristofoli