Fondazione Fare Cinema
!Xš‚ť‰

A Moliterno "La Resistenza secondo Carlo Lizzani"


A Moliterno
Non ho vissuto per fare il cinema, Ho fatto il cinema per vivere piů intensamente”. Sono parole di Carlo Lizzani, uno dei maestri in assoluto del nostro cinema (quello grande). Solamente che quando si fa il nome del regista romano Lizzani non si puň pensare solo all’autore di “Achtung! banditi”, “Cronache di poveri amanti”, “La vita Agra”, “Banditi a Milano”, ma bisogna tener in mente anche il critico, lo studioso, lo storico, lo scrittore, il militante politico, lo sceneggiatore, il produttore, l’attore, il docente, l’operatore culturale (indimenticabile la sua direzione del Festival del Cinema di Venezia tra la fine degli anni settanta e gli inizi degli ottanta) che ha attraversato da autentico protagonista il ventesimo secolo.

Al Lizzani che filma il tempo e gli avvenimenti della Resistenza e gli eventi ad essa collegata, l’Associazione Culturale Thomas Sankara e Laboratorio 2050 di Salerno dedicano, dal 25 al 27 aprile 2013, una tre giorni con le proiezioni dei film “Achtung! Banditi”, “Cronache di poveri amanti” e “Il processo di Verona”.

Nella giornata della Resistenza naturalmente, non si poteva non aprire l’iniziativa con “Achtung !Banditi” (1951), film d’esordio di Lizzani ma anche una delle opere italiane piů alte di questo periodo. Lavoro con cui l’autore, narrando la guerra partigiana a Genova e nell’Appennino Ligure con il passaggio dei repubblichini nelle fila dei partigiani, abbandona scientemente il rigore storico e l’osservanza fedele dei fatti per estendere l’atto ad un significato piů alto. Sullo schermo il falso storico č nobilitato dall’intenzione ideale, e, dunque, ciň che non č storicamente effettuato si trasforma in un quadro epico. Interpreti principali Andrea Checchi e Gina Lollobrigida, mentre al regista (che poi sarŕ) Giuliano Montaldo č affidato il ruolo di un commissario. Con “Cronache di poveri amanti” (1953) - in proiezione il 26 aprile – Lizzani ci porta nella Firenze degli anni venti, e per l’esattezza in via del Corno (alle spalle di Palazzo Vecchio) dove si consumano pettegolezzi, intrighi, teneri amori e passioni, mentre con il manganello e l’olio di ricino i fascisti si avviano a conquistare il potere. Dal romanzo omonimo di Vasco Pratolini, il film č sicuramente uno dei piů riusciti della filmografia lizzaniana. Un aneddoto: il governo democristiano dell’epoca intervenne per non farlo premiare al Festival di Cannes.

Ultima visione il 27 aprile con "Il processo di Verona", film girato dieci anni dopo “Cronache di poveri amanti” e in cui vengono ricostruite le fasi che vanno dal 25 luglio del 1943 a quel processo che si tenne nella cittŕ veneta nel 1944 e che videro imputati (e condannati) dei gerarchi fascisti, tra questi anche il genero di Mussolini, Galeazzo Ciano. Su sceneggiatura di Ugo Pirro, Lizzani legge gli avvenimenti in chiave di dramma di corte, cercando di analizzare in profonditŕ l’agonia del regime fascista.

Proiezioni ore 21.30 all’Art-House Sankara.

24/04/2013, 13:25

Sara Galignano