Claudio Segaluscio e Sandra Drzymalska in "Sole" di Carlo Sironi
Provincia romana (Nettuno), disagio giovanile, piccola malavita, abitudine a non percepire la linea che divide il lecito dall’illecito. O meglio cercare una giustificazione personale o sociale, sia essa la morte del padre sia lo Stato che ci ha dimenticati, per deviare verso l’illegalità e considerare normale ogni nefandezza.
Il protagonista maschile del film è Ermanno, ventenne che passa le giornate tra furtarelli e slot machine (alimentate dai furtarelli…), che si ritrova a gestire in prima persona una ragazza polacca incinta, Lena, che darà presto per diecimila euro sua figlia al cugino di Ermanno e sua moglie.
Già dal quarto minuto capiamo come andrà a finire, con i due coetanei che rivedranno le proprie vite, lui un po’ bambinone che casca in qualcosa che sembra amore, lei che ci inciampa sì, ma si rialza subito perché determinata donna dell’est.
Sarà "
Sole", la bambina che nascerà a scatenare tante domande ma anche a far arrivare le solite, spietate risposte.
Un cast ridotto all’osso che vede nei ruoli principali
Claudio Segaluscio e Sandra Drzymalska, con
Bruno Buzzi, Barbara Ronchi nei ruoli dei genitori che adottano la bambina e
Vitaliano Trevisan nella parte dell’Ostetrico.
L’opera prima di
Carlo Sironi non si scosta molto dai tanti racconti di periferia e rassegnazione, di grigiore e malinconia, di poche parole, di mare scuro e auto diesel che arrancano rumorose alla ricerca del senso della vita.
29/08/2019, 17:35
Stefano Amadio