Dalla regia di
Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman (una coppia ormai consolidata, hanno già lavorato in insieme ad altri due film di successo quali “The things we keep” e “Butterfly”) è nata un’opera cinematografica degna di nota e che promette di essere ben accolta da critica e pubblico.
Californie è la storia di Jamila, una ragazzina immigrata da piccolissima insieme alla famiglia dal Maroccco a Torre Annunziata, che si trova presto proiettata nella realtà dei grandi e ad avere a che fare i propri vuoti e dissidi interiori. La narrazione segue la sua crescita in una fase delicata della vita, dai 9 ai 14 anni, quella quindi della preadolescenza. Jamila ha un carattere ribelle, a volte scontroso, in parte dovuto a dei legami familiari e di amicizia in cui si sente esclusa e che finisce per rifiutare. Ma dietro all’atteggiamento da dura nasconde anche la sua parte più infantile e dolce, bisognosa di trovare il suo posto nel mondo.
È un personaggio complesso, manifestazione di una realtà complessa, fatta di mille piccole cangianti sfumature. Se guardi Californie per la prima volta e non hai letto niente a riguardo, non sai se stai guardando un’opera di finzione o un documentario. Ed è questo il vero punto di forza del film. Ti trasporta all’interno della storia che racconta senza intromissioni, particolari costruzioni scenografiche o dettagli superflui. Quel che resta è la pura essenzialità di quell’universo che è Jamila. Dalla scelta di registrare in 4:3 a quella di non anticipare mai l’azione ma di seguirla, ogni elemento confluisce a rafforzare la percezione di trovarsi a stretto contatto con le vicende raccontate.
È interessante sapere che Khadija, la ragazza che ha ispirato l’idea per il film, è finita per essere proprio la protagonista di questa pellicola. E Il fatto che ci sia proprio lei sullo schermo, come anche alcuni membri della sua famiglia, ha probabilmente contribuito a dare veridicità e concretezza all’atmosfera. Questo film raggiunge tutti gli obbiettivi che si era prefisso di raggiungere e non lascia lo spettatore tornare a casa a mani vuote, o meglio a cuore vuoto.
“C’è una crepa in ogni cosa, ed è da lì che entra la luce”, è da questo aforisma ripetuto dalla giovane Jamila che si può estrarre il messaggio più importante di Californie, cioè che non importa cosa ti sia capitato, anche nelle situazioni più spiacevoli e dolorose è possibile trarre un’opportunità, una lezione da imparare e da cui ripartire per dare una nuova luce al proprio futuro. E una domanda resta alla fine: quale sarà il futuro di Jamila?
03/09/2021, 17:15
Gabriele Nunziati