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LE MIE RAGAZZE DI CARTA - L'adolescenza negli anni '70


Luca Lucini dirige un romanzo di formazione ambientato alla fine degli anni ’70 a Treviso. Con Maya Sansa, Andrea Pennacchi, Alvise Marascalchi, Cristiano Caccamo, Raffaella Di Caprio, Alessandro Bressanello e con la partecipazione di Neri Marcorè. Al cinema dal 13 luglio prodotto da 302 Original Content, Pepito Produzioni e Rai Cinema.


LE MIE RAGAZZE DI CARTA - L'adolescenza negli anni '70
"Le Mie Ragazze di Carta" di Luca Lucini
Fine anni ’70 nel trevigiano, la famiglia Bottacin, composta da Primo, Anna e Tiberio, cambia vita trasferendosi dalla campagna in città, a Treviso. Le trasformazioni sociali ed economiche dell’epoca si intrecceranno con quelle della famiglia protagonista, e in particolar modo sarà l’adolescente Tiberio a vivere un cambiamento profondo alla scoperta dei suoi desideri e della sessualità.

Luca Lucini con "Le mie ragazze di carta", scritto con Mauro Spinelli e Ilaria e Marta Storti, dirige un romanzo di formazione che vede protagonista il giovane ed espressivo Alvise Marascalchi nei panni di Tiberio che, grazie alla complicità del suo migliore amico Giacomo, figlio del proprietario di un cinema a luci rosse, si affaccia per la prima volta a un mondo proibito e affascinante incarnato dalla pornostar Milly d’Italia (interpretata da Raffaella Di Caprio, somigliante in maniera impressionante a Moana Pozzi), che diventerà un’ossessione per il ragazzo, rappresentando per lui il definitivo passaggio dall’innocenza campagnola alla nuova vita più aperta di città. Anche il padre Primo, un bravissimo Andrea Pennacchi, scopre un nuovo lato di sé, instaurando un tenero rapporto con Claudio (Cristiano Caccamo), un giovane travestito in procinto di cambiare sesso, che all’inizio l’uomo guarda con sdegno, riuscendo però quasi da subito ad abbattere i suoi pregiudizi, a modificare la sua mentalità chiusa e bigotta. Ma non tutti sono disposti a farlo in un piccolo centro come Treviso, ancora così retrogrado da ostacolare Bastiano (Giuseppe Zeno), proprietario del cinema che, come in altri posti, a causa del boom della televisione sta vivendo un momento di crisi, costringendolo a convertilo in una sala a luci rosse, destando scandalo ma anche molto interesse negli uomini della città che lo frequentano in incognito.

Sono tanti gli spunti interessanti del film di Lucini e le tante storie che lo abitano, in primis quella del giovane protagonista con la sua goffa ed esilarante attrazione per la porno attrice Milly che dice di amare follemente, ignorando le attenzioni della bella coetanea Marika. Purtroppo si avverte da subito uno sbilanciamento nel raccontare le altre trame dal grande potenziale, che meritavano un maggiore approfondimento, come la storia platonica tra Primo e Claudio, che fa riflettere anche sul presente e sulle tematiche LGBTQ+, quella di Don Marcello (Neri Marcorè), che insegna rugby ai ragazzi della parrocchia e nasconde un grande segreto, o la vicenda di Bastiano e del suo cinema, simbolo di una crisi che per motivi diversi viviamo anche oggi.

Il racconto di Lucini di una società in cambiamento che si scontra con le ipocrisie e la mentalità dell’epoca, in parte ancora presenti, più volte trattata al cinema da grandi maestri, come Pietro Germi in “Signore e signori”, citato e omaggiato nel film, purtroppo non riesce a essere incisivo come facevano ben sperare le premesse.

15/07/2023, 15:33

Caterina Sabato