Francesco Munzi, dopo aver lavorato sulle speranze e le paure dei giovani nel precedente film "
Futura" (insieme a Pietro Marcello e Alice Rohrwacher), ora ci regala un nuovo documentario, dal titolo "
Kripton", su un microcosmo, raccontando la quotidianità di un gruppo di pazienti in cura presso una struttura di salute mentale di Roma.
Il film si svolge tutto all'interno delle stanze degli ambulatori, nei quali passano il tempo i vari protagonisti coinvolti. Sono sei giovani che hanno deciso volontariamente di ricoverarsi e che combattono con disturbi più o meno gravi. Il ritmo del documentario è scandito dalle parole dei familiari, terapeuti e operatori sociali con le storie parallele dei singoli pazienti che si incrociano tra di loro. La cura delle malattie psichiche si avvale infatti di strumenti psicoterapeutici e approcci scientifici, come quelli degli incontri di gruppo o come quelli legati alla narrazione del trauma.
La telecamera di Munzi è discreta, ma allo stesso tempo spietata nell'entrare dentro le vite difficili e dolorose dei ragazzi. L' osservazione documentaristica si sposa bene con il flusso continuo e liberatorio della psicoterapia. Colpisce molto il coinvolgimento dei parenti delle persone in cura, anche loro immersi in questo viaggio verso una futura guarigione. Rimangono indelebili nella mente di chi ha visto il film, i volti dolci e disperati di Marco Antonio, Okoro, Georgiana, Emerson e gli altri.