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IL RE FANCIULLO - Anteprima italiana al Bellaria Film Festival


IL RE FANCIULLO - Anteprima italiana al Bellaria Film Festival
Sarà presentato in anteprima italiana al Bellaria Film Festival (8-12 maggio), appuntamento storico del cinema indipendente internazionale, Il Re fanciullo, il nuovo film documentario di Alessandra Lancellotti (Lucus a lucendo. A proposito di Carlo Levi) il racconto sotto forma di confessione e di fiaba di uno dei più grandi galleristi italiani, Franz Paludetto.

Prodotto da Caucaso, giovane realtà con già un curriculum di festival internazionali autorevoli, e la portoghese Tempestade il film arriva in Italia dopo la prima mondiale a DocLisboa, uno degli avamposti del documentario europeo.
Successivamente il film sarà al Cinema Massimo di Torino, come omaggio a Franz Paludetto a un anno dalla scomparsa, e il 27 giugno a Venezia, con una proiezione speciale al Teatro Santa Marta.

Il protagonista di questa storia è Franz Paludetto, figura straordinaria di gallerista e dell’arte contemporanea, scomparso a maggio 2023, dopo aver affiancato alcuni giganti come Alighiero Boetti, Gina Pane, Pino Pascali, Luigi Ontani, Hermann Nitsch, Gordon Matta-Clark… Autentico corsaro del mondo dell’arte, insieme seduttivo e appartato, ha dato vita a una dozzina di spazi espositivi mitici tra Torino, Milano, Roma, Norimberga. Soprattutto, ha realizzato uno spazio utopico senza uguali al mondo: il Castello di Rivara.
Situato in altura, a 30 chilometri da Torino, dal 1983 per 40 anni il Castello di Rivara, luogo medievale denso di arte e storia, con Paludetto è divenuto una residenza unica per artisti. Il gallerista ne ha accolti a decine, e questi (che vivevano nel castello da pochi giorni, a mesi, alcuni per anni) hanno lasciato nei suoi spazi un’opera. La collezione del castello di Rivara è divenuta così un imponente caleidoscopio di fantasie del ‘900 e del Duemila. Paludetto è stato il castellano/gallerista di quest’utopia, che ha portato sguardi da tutto il mondo in un piccolo paesino nel canavese.

Figlio di un podestà fascista (motivo di persecuzioni dolorose per lui nel dopoguerra) Paludetto ha avuto una vita avventurosa e romanzesca: ha lavorato in un’officina per auto a Torino davanti all’Accademia Albertina (dove modificava motori Fiat), per poi aprire una galleria davanti a Mirafiori. È stato albergatore, meccanico, mecenate, fautore di un cenacolo artistico durato 40 anni.
Il film intreccia la sua storia con quella di un altro cenacolo, di un secolo prima, animato dal grande architetto e maestro del restauro europeo Alfredo D’Andrade, che proprio a Rivara iniziò la sua carriera.
E si intreccia col percorso della giovane regista del film, che nel Castello ha passato diverse stagioni, crescendo anche a fianco di Franz.

Il film è un amuleto, un racconto magico ed elegiaco, fatto di vecchie pellicole, affascinanti archivi, opere d’arte e confessioni rubate e complici, un intenso lavoro visuale e di montaggio su vecchie pellicole in 16 mm, e sul sonoro che intreccia le composizioni di Héctor Cavallaro e la voce di Daniela Pes (Premio Tenco miglior opera prima). Parlandoci di un grande gallerista che ha dato letteralmente casa al fiore dell’arte contemporanea; di una coincidenza storica; e del rapporto di amicizia tra un grande vecchio e una giovane artista.
Con la morte a 84 anni di Franz Paludetto, e pochi mesi dopo quella improvvisa del figlio Davide, che dirigeva il Castello di Rivara, il castello si trova ora all’incanto.

Il Re fanciullo è l’ultima traccia diretta e visionaria di un’esperienza unica nel contemporaneo.

05/05/2024, 17:40