Sinossi *:
Questa storia inizia dal fondo del mare. Qui si muovono pesci piccoli e grandi, dormono relitti antichi e nuovi e nuotano anime lasciate qui dai naufragi, impigliate nel moto d’onda silenziosa. Il mare, elemento che unisce e divide i popoli, accende e spegne le guerre, dà e toglie, nutre e affama. Dobbiamo seguire le sue invisibili vie d’acqua, risalendo poi dagli abissi sino alla superficie, se vogliamo arrivare alle nostre due “sorelle del mare”, che non si conoscono tra loro, ma hanno in comune molto di più di quello che possiamo immaginare, per storie personali, familiari e per tradizioni di comunità. Non stanno sullo stesso parallelo, anzi, abitano due diversi punti cardinali, due poli opposti d’Europa, due antipodi.

Il primo dei due è nella ghiacciata Norvegia, e quando emergiamo dagli abissi marini è inverno, le nevi sono punte di coltello e l’aurora boreale è spettacolo divino e danza di colori alieni. In pieno Oceano Artico, a bordo della sua barca, SANDRA non si lascia spaventare dal freddo, dalla solitudine della notte, dal cimento. È una giovane donna d’etnia Sami, una popolazione indigena di circa 75.000 anime sparse tra i confini di Norvegia, Finlandia, Svezia e Russia, con una propria storia, lingua, cultura, identità. Dopo un conflitto con la sua famiglia, Sandra ha realizzato il sogno di guidare la propria barca e diventare una pescatrice. È una combinazione di bellezza, grazia femminile e forza selvaggia: “Questo non è solo il mio lavoro, per me è un modo di vivere. Vuol dire essere liberi e nel miglior ufficio del mondo: il mare".​

Il viaggio continua nelle acque del Mar Mediterraneo, con ANTONIA, 26 anni di Gallipoli, destinazione popolare, affollata dai turisti durante i mesi estivi e battuta da venti e tempeste in inverno. Antonia ha perso suo padre, un pescatore, in un terribile naufragio: non lo ha mai conosciuto e il suo corpo non è mai stato ritrovato. Stare vicino al mare è per lei anche un modo per tenere viva la memoria di suo padre. Infatti, desidera fortemente lavorare come pescatrice a bordo della barca della sua famiglia, ma, mentre il Mare la chiama, solo a suo fratello Franco è permesso di lavorare sul peschereccio, perché “questo non è un lavoro per donne”: nella società patriarcale di questa cultura mediterranea, tutto i membri, in particolare le donne, sono sottoposti alle decisioni della loro famiglia. Le donne devono stare a casa. Forse Antonia non esaudirà mai il suo desiderio, fino a quando non deciderà di ribellarsi al divieto della sua famiglia.

Attraversando due culture diverse, ma più simili di quanto possiamo immaginare, racconteremo due diverse reazioni alle discriminazioni di genere che le “sorelle del mare” devono affrontare, cercando di realizzare le loro ambizioni: a una, Antonia, non è nemmeno permesso provarci, ferma in un immobilismo forzato, finché non vi si opporrà; l’altra, Sandra, ha dovuto trasformare i suoi sogni in un’azione politica, per ottenere gli stessi diritti degli uomini nel campo della pesca, nella pur avanzata Norvegia. È possibile immaginare un futuro in cui il Mare possa essere un’opportunità per tutti, uomini e donne?

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