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FESTIVAL DI ROMA 9 - "Tre Tocchi" in Gala


Marco Risi segue le vicende di alcuni attori alla ricerca di successo o di soddisfazione. In uscita il 15 novembre con Ambi Pictures.


FESTIVAL DI ROMA 9 -
Il gruppo di attori di "Tre Tocchi" di Marco Risi
L'idea di raccontare la vita di un pugno di giovani attori, più o meno conosciuti e realizzati, è sicuramente interessante. Tra gli altri lo aveva fatto con ironia e un budget decisamente inferiore Claudio Serughetti con Il Nostro Messia nel 2006, con un gruppo di attrici alle prese con la propria, precaria carriera.

Un mondo di compromessi, di rare, enormi soddisfazioni alternate a sforzi inutili, con il tempo che scorre veloce tenendo sempre alla stessa distanza l'orizzonte del successo. Ma uno dei grandi problemi del nostro cinema è proprio quello di non disporre di attori di rilievo capaci di dare un apporto significativo ai film che vanno a interpretare.
E Marco Risi cade subito in questa trappola quasi mortale scegliendo per interpretare un film sugli attori degli attori non in grado di sostenere ruoli da protagonista. Forse voluta, la scelta, di certo non spinge lo spettatore ad affezionarsi ai personaggi e a seguire quelle che potrebbero essere vicende senz'altro interessanti.

Gli attori, certo, ma anche una sceneggiatura e dei dialoghi che non aiutano il loro lavoro. Scene lunghe e prive di ritmo che non raccontano nulla, come quella del pusher ballerino, con alcune situazioni improbabili che chiaramente i tre sceneggiatori (lo stesso Risi, Francesco Frangipane e Riccardo Di Torrebruna) non hanno mai vissuto e non hanno avuto l'accortezza di farsi raccontare da terzi.

E così "Tre Tocchi", senza appassionare per un istante, si srotola verso il finale tra prove di recitazione di testi in vista del prossimo provino, partite di calcetto, e un'infinità di docce, singole e di gruppo, dei giovani e aitanti attori tra i quali è diffuso solo l'uso del dialetto romanesco.

Il buono del film sta nella capacità di mostrare una situazione e confermare una sensazione; dopo un lungo periodo in cui la colpa della crisi era del sistema di distribuzione, ora sembra chiaro che i problemi arrivano anche da interpreti e sceneggiatori.

L'INCONTRO CON MARCO RISI

21/10/2014, 11:52

Stefano Amadio