Peppino Mazzotta
I NOSTRI IERI di Andrea Papini verrà presentato in anteprima ad Alice nella Città. Il protagonista del film è Peppino Mazzotta, volto noto e amato dal grande pubblico cinematografico e televisivo. Insieme a lui, un cast importante che conta interpreti come Francesco Di Leva, Teresa Saponangelo, Maria Roveran, Daphne Scoccia e Denise Tantucci.
La passione per il lavoro spinge Luca (Peppino Mazzotta), documentarista prestato temporaneamente all’insegnamento in una struttura carceraria, a ricostruire, per il saggio di fine corso, l’inspiegabile delitto del camionista Beppe (Francesco Di Leva). Durante la lavorazione dell’episodio i detenuti coinvolti nel laboratorio ritrovano un senso nel lavoro compiuto, mentre Luca, ripercorrendo a ritroso gli avvenimenti, incontra la rete dei legami familiari che ruotano attorno all’accaduto: la sorella della vittima (Daphne Scoccia), l’interprete della vittima (Maria Roveran), e la famiglia che ha abbandonato Beppe (compresa sua moglie, interpretata da Teresa Saponangelo). La contemporanea e inaspettata visita della figlia di Luca (Denise Tantucci), che torna a trovarlo dopo anni di lontananza, lo costringerà non solo a interrogarsi sul suo stesso rapporto tra identità e memoria, ma anche a comprendere che l’affetto che gli viene richiesto dal mondo che lo circonda è la soluzione per uscire dalla sua crisi.
Sulle vicende narrate dal film (che sarà presentato alla XX edizione di Alice nella città, sezione Panorama Italia-Concorso) così ragiona il regista Andrea Papini: “Un carcere, se pure immaginario, comporta la presenza di un delitto. Delitto che nel film si svela senza alcuna violenza esibita. Il nostro carcere è pieno di cancelli di ferro e custodisce i ricordi che prendono vita nella realizzazione del saggio di un corso di cinematografia. I nostri ieri ne è il titolo, Luca, documentarista, ne è l’artefice che si troverà a mettere a confronto il proprio semplice e ingenuo passato con quello immenso, nella sua gravità, del detenuto Beppe del quale viene raccontata la storia”. E aggiunge: “ Paradossalmente, la cinica messa in scena del delitto permette al gruppo di detenuti che collaborano alla realizzazione del saggio di trovare riscatto proprio nel lavoro di squadra compiuto. Così, dall’incontro casuale di tre esclusioni (materiale, affettiva, sociale) i protagonisti costruiscono le basi per un nuovo futuro”.
E conclude il suo ragionamento, soffermandosi sullo stile del film, frutto di riflessioni condivise dall’intero cast artistico: “ Pervasi dalla bulimia di immagini frenetiche che ci circondano, abbiamo sentito il bisogno che le immagini stesse ritrovassero il proprio tempo per permettere ai personaggi di parlare sottovoce, quasi fossero le loro anime a sussurrare, per narrarci quanto di più profondo è contenuto nei ricordi che generano le nostre identità. Il cinema, al contrario della vita, riesce a fermare il tempo. E i nostri personaggi, imparando a usarlo, ricostruiscono la memoria sulla quale appoggiare il loro futuro, i nostri futuri”.
La location principale del film è l’ex carcere di Codigoro, in provincia di Ferrara. Oltre al carcere le riprese si sono svolte in altre location di Codigoro, nel Parco del Delta del Po, presso Stazione Foce a Comacchio, tra la zona Darsena e il centro storico di Ravenna e, infine, a Bologna.
29/09/2022, 13:15
Beatrice Tomassetti