SE MI VUOI BENE - Fare tanto per gli altri e poco per lo spettatore
Il nuovo film di
Fausto Brizzi è la solita commedia pasticcio. Dopo l’indovinata "
Poveri ma ricchi", la meno riuscita "
Poveri ma Ricchissimi" e la scontata "
Modalità Aereo", il regista e sceneggiatore torna a dirigere una commedia sentimentale dove la simpatia sostituisce l’empatia e lo zuccheroso prende il posto del sentimento.
Brizzi, che prende spunto da un suo romanzo, comincia subito piazzando
Claudio Bisio davanti alla macchina da presa e, sguardo in camera, gli fa raccontare la sua situazione per otto minuti di seguito e malgrado l’attore si riferisca direttamente allo spettatore guardandolo negli occhi, neanche per un istante questo monologo riesce a creare una connessione tra platea e schermo.
Dopo il depresso Bisio arrivano tanti altri personaggi che compongono la sua cerchia vitale di amicizie e affetti, ma anche con loro il contatto è quasi inesistente. In poche parole, lo sviluppo della storia ci fa interessare veramente poco le avventure del protagonista e gruppo di contorno, limitando ogni tipo di speranza sul futuro dei personaggi e del film stesso.
A seguire i primi tentativi mal riusciti di creare un intreccio, e qualche intervento a gamba tesa della voce narrante bisiana, ciò che accade diventa così improbabile e artificioso che l’unica domanda che ci si pone è “come faranno a uscirne?”.
Uscire dalla partita di tennis tra due anziani incapaci, spacciati per ex campioni internazionali, è solo questione di tempo, come è questione di tempo la soluzione positiva di ogni situazione che primo o poi arriverà a chiudere una commedia sentimentale dove i sentimenti tra i personaggi non riescono a toccare gli spettatori malgrado sguardi, ammiccamenti e parole rivolte direttamente a chi è seduto in sala.
12/10/2019, 19:19
Stefano Amadio